domenica 13 gennaio 2008

6 NAZIONI 2008






Questo il calendario completo del 6 Nazioni 2008:





I giornata


Sabato 2 febbraio
IRLANDA – ITALIA (ore 14.00 locali, 15.00 in Italia)
INGHILTERRA – GALLES (16.30 locali, 17.30 in Italia)
Domenica 3 febbraio
SCOZIA – FRANCIA (ore 15.00 locali, 16.00 in Italia)

II giornata

Sabato 9 febbraio
GALLES – SCOZIA (ore 14.00 locali, 15.30 in Italia)
FRANCIA – IRLANDA (ore 17.00)
Domenica 10 febbraio
ITALIA – INGHILTERRA (ore 15.30)

III giornata

Sabato 23 febbraio
GALLES – ITALIA (ore 15.00 locali, 16.00 in Italia)
IRLANDA – SCOZIA (ore 17.00 locali, 18.00 in Italia)
FRANCIA – INGHILTERRA (ore 21.00)

IV giornata

Sabato 8 marzo
IRLANDA – GALLES (ore 13.15 locali, 14.15 in Italia)
SCOZIA – INGHILTERRA (ore 15.15 locali, 16.15 in Italia)
Domenica 9 marzo
FRANCIA – ITALIA (ore 16.00)

V giornata

Sabato 15 marzo
ITALIA – SCOZIA (ore 14.00)
INGHILTERRA – IRLANDA (ore 15.00 locali, 16.00 in Italia)
GALLES – FRANCIA (ore 17.00 locali, 18.00 in Italia)

sabato 3 novembre 2007

Playning Charter IRB

INTRODUZIONE
All’origine un semplice passatempo, il Rugby è diventato oggi uno sport attorno al quale si è sviluppata una rete mondiale con stadi giganteschi, una struttura amministrativa e delle strategie complesse. Come ogni attività che attira e suscita l’interesse e l’entusiasmo di un gran numero di persone, il Rugby offre molteplici caratteristiche e sfaccettature. Oltre ai praticanti ed ai tifosi di cui questo sport beneficia, il Rugby è forte di valori sociali ed emozionali quali il coraggio, la lealtà, lo spirito sportivo, la disciplina ed il lavoro di squadra. Questa “Carta” propone una serie di criteri a partire dai quali è possibile giudicare il modo di condurre il gioco. L’obiettivo è quello di garantire che il Rugby conservi le sue caratteristiche uniche dentro e fuori del campo di gioco. La “Carta” copre i principi base del Rugby nel loro rapporto con la pratica e l’allenamento, come l’elaborazione e l’applicazione delle Regole di Gioco. Questa “Carta”, che è una componente importante delle Regole di Gioco, ha per ambizione di definire i criteri per tutti coloro che sono impegnati nel Rugby a tutti i livelli.
PRINCIPI DEL GIOCO
Comportamento
La leggenda di William Webb Ellis, che è ricordato per essere stato il primo a raccogliere il pallone e a correre portandolo, è sopravvissuta alle innumerevoli teorie revisioniste avanzate dopo questa giornata del 1823 alla scuola della città inglese di Rugby. In certo modo esiste una determinata logica che questo gioco trova le sue origini da un atto di sfida coraggiosa. E’ difficile a prima vista, per un semplice osservatore, comprendere i principi che guidano questo gioco che sembra comportare una serie di contraddizioni. Per esempio, è perfettamente accettabile esercitare una pressione fisica estrema su un avversario, con lo scopo di ottenere la conquista del pallone, ma senza intenzione di ferire l’avversario. Ci sono dei limiti all’interno dei quali devono operare i giocatori e gli arbitri. È su questa capacità di comportarsi correttamente, la distinzione fra questi due parametri, combinata con un senso, allo stesso tempo individuale e collettivo, di autocontrollo e della disciplina che poggia il codice di condotta.
Spirito
Una gran parte dell’attrattiva del Rugby risiede nel fatto che viene giocato allo stesso tempo alla lettera e secondo lo spirito delle Regole di Gioco. La responsabilità in questo ambito non dipende da una sola persona ma incombe agli allenatori, capitani, giocatori e arbitri. E’ grazie a un senso della disciplina, dell’autocontrollo e del rispetto reciproco che lo spirito del Rugby è fiorente. Sono queste qualità, nel contesto di ogni sport così fisico come il Rugby, che forgiamo lo spirito di cameratismo e il senso di fair play che determinano il grande successo attuale e la sopravvivenza del nostro sport. Queste sono forse delle tradizioni e delle virtù antiquate, ma esse hanno resistito al passare del tempo e sono rimaste, a tutti i livelli di pratica del gioco, così importanti per il futuro del Rugby nel corso della sua lunga e rimarcabile storia. I principi del Rugby sono i fondamentali sui quali si basa questo sport. Questi permettono ai partecipanti di identificare le caratteristiche di questo gioco, che ne hanno fatto uno sport unico.
Obiettivi
Lo scopo del gioco è che due squadre di quindici giocatori ciascuna, giocando lealmente rispettando le regole e lo spirito sportivo, segnino più punti possibili portando, passando, calciando e toccando il pallone a terra, con la squadra che segna il maggior numero di punti vincitrice della partita. Il Rugby è praticato nel mondo intero da uomini e donne, ragazzi e ragazze. Più di tre milioni di persone, dai 6 ai 60 anni, giocano regolarmente a Rugby. La gamma di svariate esigenze tecniche e fisiche che richiede questo sport, offre a chiunque, qualunque sia la sua taglia e la sua attitudine, la possibilità di giocare a tutti i livelli.
Conquista e continuità
La lotta per il possesso del pallone è una delle caratteristiche fondamentali del Rugby. Ci sono diverse forme di lotta per il pallone nel corso di una partita:
• in occasione di contatti
• nel gioco aperto
• quando il gioco riprende con delle mischie, rimesse laterali ed in occasione di calci di invio e di rinvio.
C’è un equilibrio in questi casi di lotta per il possesso del pallone che premia la superiorità tecnica dimostrata nel corso dell’azione precedente. Per esempio, una squadra che è stata obbligata a calciare in touch perché non ha avuto le qualità tecniche sufficienti per conservare il pallone, non beneficerà del lancio del pallone nella rimessa laterale. Allo stesso tempo, una squadra che commette un passaggio in-avanti o un in-avanti non introdurrà il pallone in occasione della mischia che ne consegue. La squadra che introduce il pallone deve sempre beneficiare di un certo vantaggio anche se, ancora una volta, è importante che queste fasi di gioco diano luogo a una lotta equilibrata. Lo scopo della squadra in possesso del pallone è la continuità, cioè privare gli avversari del pallone e avanzare con il pallone e poi marcare dei punti utilizzando le proprie capacità tecniche. Se una squadra non è in grado di concretizzare questo obiettivo sia a causa delle sue carenze, sia per la qualità della difesa avversaria essa restituirà il possesso del pallone a quest’ultima. Quando una squadra tenta di conservare la continuità del
possesso, la squadra avversaria si sforza di lottare per recuperarlo. È questa la lotta che determina l’equilibrio essenziale fra la continuità del gioco e la continuità del possesso. Questo equilibrio fra la lotta e la continuità si applica alle fasi statistiche e al gioco corrente.
PRINCIPI DELLE REGOLE
I principi fondamentali delle Regole di Gioco sono i seguenti:
Il Rugby è uno sport per tutti
Le Regole permettono ai giocatori di fisico diverso, abilità, sesso o età di giocare secondo le loro capacità in un ambiente controllato, competitivo e gradevole. Spetta a tutti coloro che giocano a Rugby di conoscere bene e comprendere le Regole di Gioco.
Preservare l’identità del Rugby
Le Regole garantiscono la preservazione delle caratteristiche uniche del Rugby che sono le mischie, le rimesse laterali, i maul, i ruck ed i calci di invio e di rinvio. Gli altri elementi fondamentali legati alla lotta e alla continuità sono l’obbligo di passare il pallone indietro e il placcaggio offensivo.
Piacere e divertimento
Le Regole forniscono un quadro che fa si che il Rugby sia uno sport gradevole da praticare e da guardare. Se qualche volta questi obiettivi sembrano essere incompatibili, il fatto di permettere ai giocatori di esprimersi pienamente grazie alla loro tecnica rinforza queste sensazioni di piacere e di spettacolo o divertimento. Nello scopo di arrivare a questo giusto equilibrio, le Regole sono costantemente aggiornate.
Applicazione
I giocatori hanno l’obbligo primario di rispettare le Regole e di rispettare le regole del fair play. Le Regole devono essere applicate in modo tale che il gioco possa svilupparsi in conformità ai Principi del Rugby. L’arbitro e i suoi giudici di linea possono realizzare questo obiettivo dando prova di equità, coerenza, saggezza e, al più alto livello, di autorevolezza. Per contro è responsabilità degli allenatori, capitani e giocatori rispettare l’autorità degli ufficiali di gara.



dal sito ufficiale F.I.R

giovedì 1 novembre 2007

CITTADELLA DELLO SPORT A THIENE


E' da lungo tempo che a Thiene si sente parlare del progetto del nuovoParco Sud o per meglio dire della "Nuova Cittadella dello Sport" .

A BREVE E' FINALMENTE ANNUNCIATO L'AVVIO DEI LAVORI

Su una superficie di 60.000 metri quadrati , a ridosso della provinciale Nuova Gasparona, nel progetto è previsto che il 70% dell' area venga destinata ad impianti sportivi e ludici tra cui :

-un campo da calcio regolare con 4.500 metri di gradinate scoperte e 1.000 di tribune con posti a sedere coperti
-un campo da calcio da allenamento con gradinate scoperte
-un campo da Rugby regolare con gradinate scoperte
-due campi da calcetto
-spogliatoi
-parcheggi per quasi 20 mila metri quadrati
-una zona verde destinata a parco urbano di 26 mila metri quadrati
-un' arena per concerti e spettacoli all' aperto

il rimanente il 30% dell' area sara' adibito a :

uffici , un albergo , un area commerciale, un centro direzionale con albergo e centro congressi e meeting-point

sabato 6 gennaio 2007

Storia del Sei Nazioni


Primo di gennaio 1910, 5 febbraio 2000: le date di nascita del Cinque e del Sei Nazioni . L'albo d'oro del torneo parte dal 1883, ma fino al 1899 è frammentario. In origine era un campionato interbritannico di confronti più o meno regolari tra Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda ignorando ancora la Francia, che pure dal 1910 affrontava tutte le Nazionali britanniche. Il rugby dei primordi si gioca in 20 contro 20 soltanto nel 1877 si disputa a Raeburn Place il primo test 15 contro 15. Estremo, due tre-quarti, due mediani e dieci avanti. La Scozia sarà la prima Nazionale a impiegare tre tre-quarti e nove avanti, ma solo nel 1893, grazie al Galles, comparirà lo schieramento attuale che verra addottato l'anno sucessivo da tutti .

Il Cucchiaio di Legno

NEL 1883, si comincia a discutere su quale sia la squadra più forte del Regno Unito. Ad indicare il tris di successi dell'Inghilterra sulle rivali compare l'espressione Triplice Corona . L' inglese William Bolton, l'anno seguente, convince i compagni ad offrire agli irlandesi, sempre sconfitti in quella stagione, un oggetto derisorio. Un cucchiaio di legno . Dagli irlandesi, il cucchiaio passa di mano di anno in anno. Poi, nel 1904, sparisce. Da allora viene assegnato idealmente alla squadra ultima classificata.

Il Cinque Nazioni

La prima età d'oro del rugby gallese va dal 1900 al 1911, i Dragoni vincono il torneo sette volte, realizzando tre Grand Slam. Nel 1908 e 1909, infatti, il Galles impreziosisce la Triplice Corona con il successo sulla Francia, che ancora non tutte le Home Unions accettano di incontrare. Solo nel 1910, con la fine dell'ostracismo scozzese, si potrà parlare a pieno titolo di Cinque Nazioni.
Galles-Francia, capodanno 1910, è il primo match del nuovo Cinque Nazioni. Prima dello scoppio della Grande Guerra, i francesi incassano 18 sconfitte in 19 partite. La prima e unica vittoria arriva il 2 gennaio 1911 a Colombes, contro la Scozia (16-15).

La prima guerra mondiale impone un terribile pedaggio. Inghilterra, Galles e Scozia perdono in trincea 76 "internazionali", la Francia 23. Un dato, raccapricciante, su tutti: in Francia-Scozia, 1 gennaio 1920, alla ripresa del Cinque Nazioni dopo l'Olocausto, scendono in campo cinque atleti privi di un occhio, perduto in trincea. Il pilone Marcel Frederic Lubin-Lebrere è salvo per miracolo: i medici gli hanno estratto dal corpo 14 pallottole! Tra il 1912 e il 1924 l' inghilterra vince il Torneo sette volte, con cinque Grand Slam. William Wavell Wakefield, W. J. "Dave" Davies , Cecil Kershaw, Kershaw , Herbert Price questi i nomi dei fuoriclasse inglesi di quel periodo.

IL 13 FEBBRAIO 1931, le Home Unions cacciano la Francia dal Cinque Nazioni. L'accusa è la più infamante: professionismo.

La stella degli anni Trenta è un principe russo: Alexander Obolensky. Nato a San Pietroburgo nel 1916, Alexander è figlio del principe Alexis, ufficiale delle guardie imperiali zariste. Portato in Inghilterra al tempo della Rivoluzione d'ottobre, cresce ad Oxford e debutta in Nazionale contro gli All Blacks, segnando due mete. Partecipa al Torneo del 1936, poi viaggia in Sudamerica con una Selezione inglese e marca 17 mete in una sola partita contro il Brasile! Scoppia le seconda guerra mondiale Obolensky muore schiantandosi con il suo Hawker Hurricane al ritorno da una missione . Dopo di lui, durante il conflitto perderanno la vita altri 111 atleti "internazionali".

Il torneo riprende nel 1947. La Francia è riammessa, ma ci vuole l'intervento di Winston Churchill per convincere gli scozzesi a giocare a Parigi. Quel Francia-Scozia viene giocato all'insegna della massima sportività. L'arbitro non assegna una meta ai transalpini, ma Geddes lo ferma: "Signore, il francese ha toccato prima di me".

Dal 1950 al 1956, il Galles vince cinque volte, con due GranAd Slam. Nel 1957, la squadra che regala agli inglesi uno Slam atteso 29 anni poggia anche su una mischia fortissima, guidata dal tallonatore Eric Evans. Il 1958 è ancora un anno a favore dell' inghilterra ma la Francia è in ascesa. Nel 1959 il francese Mias, medico di Mazamet, rivoluziona il gioco transalpino (tra le novità, la penetrazione in verticale degli avanti ) e porta la Francia alla vittoria , bissata alla pari con l'inghilterra anche nel 1960.

Dal 1964 al 1979, il torneo ha due soli padroni. Il Galles lo vince nove volte, con tre Grand Slam; la Francia tre, con due Grand Slam. Nel 1970, le due rivali finiscono alla pari. Sono gli anni rivoluzionari tecnico-tattici dei francesi Spanghero e Maso , dei fratelli Camberabero, di Trillo e di Pierre Villepreux battezzato "Monsieur plus-un" (l'uomo in più) per la sua efficacia negli inserimenti offensivi; per i britannici è "the Ghost" (il fantasma), perché appare quando meno te lo aspetti.

Gli anni '80 restituiscono equilibrio al torneo. La Scozia centra il Grand Slam dopo 59 anni (1984) e l'Irlanda vince tre edizioni in quattro stagioni (82, 83, 85). La Francia resta la squadra più continua. Dal 1981 al 1989, sei vittorie con due Grand Slam. I nomi di quel periodo sono Blanco, Bonneval, Charvet, Mesnel e Sella.

Siamo agli anni '90, quando l'Inghilterra muta rotta chiamando a ct Pierre Villepreux e nominando capitano Will Carling. E' il 3 febbraio 1990, la nuova Inghilterra distrugge i francesi al Parc des Princes. 1993 per la prima volta, viene ufficilizzata la classifica del Torneo e messa in palio una coppa: l'*International Trophy*. La meta adesso vale 5 punti e quella che decide il Cinque Nazioni 1993 la firma Ieuan Evans, capitano gallese. La Coppa del Mondo 1995, l'International Board apre al professionismo. Alla forza tecnica si aggiunge ora il potere economico. Si gioca un rugby ad altissima velocità. Della tradizione resta poco. Le brochure, i terzi tempi. Le ruspe abbattono l'Arms' Park, casa gallese dal lontano 1884. Sulle sue ceneri nasce il Millennium Stadium, sede della finale della Coppa del Mondo 1999. A Parigi va in pensione il Parc des Princes. La Francia lo saluta con il Grand Slam e si trasferisce nel faraonico Stade de France, costruito per ospitare i Mondiali di calcio...

L'edizione 1999 del torneo, l'ultima a cinque squadre
Il16 gennaio 1998 è stata infatti accolta la richiesta dell'Italia a partire dall'anno 2000.

(tratto da un articolo di Francesco Volpe)